Pene e fallo quello che sono

Qual era la causa attribuita ai mali che colpivano gli antichi romani, soprattutto quelli che capitavano improvvisamente? Più in generale, erano molti i modi per scampare al fascinus o per allontanarlo.

E non occorreva soltanto indossarlo, ma era necessario anche portarlo in bella vista, dal momento che esibirlo, come detto, avrebbe distratto lo sguardo degli ammaliatori e quindi allontanato i loro influssi malefici. I fascini pene e fallo quello che sono semplici erano quelli che semplicemente riproducevano genitali maschili: se ne trovano di diversi in molti musei archeologici, e sono modellati naturalisticamente, spesso provvisti di testicoli e, ovviamente, di un anello di sospensione per far passare la collana si trattava, infatti, di oggetti che venivano portati al collo.
Il fallo di San Francesco ad Ascoli Piceno
La fantasia degli artigiani romani era spesso incline a spiccare il volo: nella produzione di amuleti spiccano oggetti che hanno per protagonista il fallo alato o il fallo con le gambe, e il fatto che gli organi sessuali maschili venissero rappresentati con ali o gambe alludeva simbolicamente alla potenza del fallo, alla sua forza, alla sua grande vitalità.
Credit Marie-Lan Nguyen Le composizioni potevano farsi anche molto più complesse.

Ancora, alle volte capitava che il fascinus con il quale armarsi contro il malocchio non raffigurasse semplicemente un fallo, ma una divinità itifallica ovvero con il pene in erezionetipicamente Priapo, ma anche Mercurio. E più gli amuleti erano strani e bizzarri, più erano ritenuti potenti, dal momento che erano considerati capaci di distrarre più a lungo gli iettatori.

Credit Francesco Bini Arte romana, Tintinnabulum con fantino che cavalca e incorona un grosso fallo e sta per essere penetrato dalla coda fallica I secolo d. Theoretical and methodological approaches to the study of dress in antiquity, American Institute of Archaeology, Jacopo Ortalli, Diana Neri a cura diImmagini divine.

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